Odontoiatria Naturale Integrativa

Psicoterapeuta: il medico di “ciò che pensiamo”

Confronto tra varie figure professionali che si occupano della nostra mente.

Con il termine Psicoterapeuta identifichiamo un professionista autorizzato all’esercizio della psicoterapia, ovvero di un insieme di tecniche terapeutiche per la cura di diversi disturbi mentali senza l’utilizzo di farmaci.
Questo professionista può essere un medico o uno psicologo obbligatoriamente iscritto a uno specifico Ordine professionale.
Alle volte lo Psicoterapeuta viene confuso con lo Psicologo o con lo Psichiatra; forse per il fatto che hanno in comune l’origine etimologia della prima parte del termine “psiche” (in greco letteralmente “anima” o “spirito” ma con significato moderno di “mente” o più semplicemente come preferisco definirlo io: “ciò che pensiamo”). Vediamo quindi quali sono le differenze tra queste figure professionali.

Lo Psicologo è un laureato in Psicologia presso una Università Italiana, che ha poi svolto un anno di Tirocinio Formativo all’interno di strutture pubbliche o private convenzionate con l’Università di provenienza con la supervisione di un tutor professionista iscritto all’Ordine Nazionale degli Psicologi Italiani e che ha successivamente superato l’Esame di Stato che consente l’iscrizione all’Albo degli Psicologi della Regione di residenza o di un’altra regione, obbligatoria per esercitare.
A seconda dell’indirizzo formativo, che comunque assegna competenze diverse solo in parte, si distinguono principalmente: psicologia clinica e di comunità; psicologia del lavoro e delle organizzazioni; psicologia dello sviluppo e dell'educazione; psicologia generale e sperimentale. Lo psicologo intervenire su problematiche affettive, relazionali e sociali, sia in età evolutiva (infanzia e adolescenza), sia in età adulta (individuale, coppia, famiglia o gruppo) e può eseguire colloqui di sostegno, somministrare test, effettuare diagnosi, valutazioni e interventi di prevenzione. Gli psicologi non possono invece svolgere una terapia per i disturbi psicologici anche se evidenziati durante il loro lavoro di consulenza. Per tale attività non possiedono le conoscenze e la cura viene demandata allo psicoterapeuta, come vedremo. Lo psicologo non può nemmeno prescrivere farmaci, prassi che spetta unicamente agli iscritti all’Albo dei Medici ma utilizza strumenti quali la relazione, l’ascolto, l’empatia, la parola, naturalmente utilizzandoli secondo specifiche tecniche basate sulle teorie fondamentali alle quali fa riferimento

Lo Psicoterapeuta è un laureato in Psicologia o Medicina e iscritto ai relativi Albi, che ha sostenuto una formazione (post-universitaria) riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca di almeno quattro anni. Durante questo percorso è obbligatorio un tirocinio presso strutture specifiche di almeno 400 ore. Alcune scuole richiedono anche un percorso di analisi personale a cui il discente è tenuto a sottoporsi prima del termine dell’iter formativo. Nel caso sia uno psicologo, oltre alla psicoterapia, può esercitare anche tutte le attività dello psicologo, nel caso che sia medico può esercitare anche le attività del medico (quindi anche la prescrizione di farmaci). Lo psicoterapeuta si occupa della cura di disturbi psicopatologici della psiche umana con forme di disagio personale e sintomatologia di diversa natura e ed entità agisce principalmente attraverso l’ausilio di due strumenti: il colloquio clinico e la relazione terapeutica. La psicoterapia va quindi più in profondità rispetto alla consulenza psicologica. A seconda del quadro teorico di riferimento, le scuole di specializzazione si differenziano e le più diffuse sono soprattutto a indirizzo: cognitivo-comportamentale; sistemico-familiare; psicoanalitico.

Lo Psichiatra è un laureato in medicina, che ha conseguito post laurea una specializzazione in Psichiatria. È abilitato a trattare i disturbi mentali da un punto di vista medico, attraverso la prescrizione di psicofarmaci valutando il funzionamento del sistema nervoso in senso biochimico. Per la cura di specifici disturbi può essere opportuno che alla psicoterapia si associ una terapia farmacologica e quindi lo Psicologo Psicoterapeuta per il trattamento del paziente collabori con lo Psichiatra. Lo Psichiatra comunque è abilitato al suo esercizio solo dopo un percorso formativo in psicoterapia, pertanto tra gli Psicoterapeuti si trovano anche Psichiatri Psicoterapeuti.

Tra le figure che operano in concorrenza con lo psicologo possiamo citare: psicopedagogisti, esperti di PNL, consulenti filosofici, ecc.

La psicopedagogia nota anche come di "psicologia dell'educazione", rappresenta un'area della psicologia che studia i risvolti psicologici riferiti ai processi educativi. Non esiste la laurea in "psicopedagogia" (esisteva la laurea in pedagogia, ex magistero, poi confluita in Scienze della Formazione) è una professione attualmente non regolamentata in Italia. Solitamente, a seguito di un titolo di laurea, spesso Pedagogia, si consegue un titolo specifico in "psicopedagogia". Tale titolo, alcune volte, può avere riconoscimenti pubblici, anche se generalmente viene conseguito a seguito di corsi di formazione che hanno carattere privatistico.

L’esperto di PNL (Programmazione Neuro-Linguistica): secondo i fondatori di questa pratica, lo psicologo e life coach Richard Bandler e il linguista John Grinder, la PNL è finalizzata "all'individuazione delle modalità per aiutare le persone ad avere vite migliori, più complete e più ricche”.

Il consulente filosofico è un filosofo che, dopo la formazione superiore in filosofia e la pratica della ricerca filosofica, ha conseguito anche una formazione specifica nell'ambito della pratica filosofica, che lo rende capace di “accompagnare” i propri clienti in una riflessione critica sul proprio modo di vedere la realtà, evidenziandone i presupposti di significato e di valore, contraddizioni e incongruenze rispetto al modo in cui essi poi vivono di fatto le vicende della loro vita.

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Altre figure

Negli ultimi anni è in costante aumento la presenza di altre figure: counselor, coach, reflector, mental trainer, motivatore, ecc. che, a vario titolo e con diversi tipi di formazione, asseriscono di potersi occupare del disagio mentale. Ciò è spesso fonte di confusione in chi necessita di un intervento specialistico senza avere riferimenti chiari. Vediamo due delle figure più diffuse.

Il counselor pratica il counseling (traducibile in “consolare”, “confortare”, “venire in aiuto”) e si occupa esclusivamente di prevenzione e supporto ai problemi psicologici di natura non patologica. Il counseling può riguardare qualsiasi ambito nella vita, ma le aree d’intervento in cui è più frequentemente applicato sono la famiglia, l'orientamento scolastico e professionale e l'assistenza e sociale.

Il coach (il cui termine deriva dal francese “coche” traducibile anche con “cocchio” ovvero un mezzo di trasporto condotto da una guida) pratica il coaching che è un metodo di intervento che rientra nel campo dello sviluppo e della formazione personale e organizzativa e dunque non è una metodologia di intervento psicologico (né di analisi, né di valutazione, né di sostegno, né di diagnosi psicologica e nemmeno di psicoterapia).

Attualmente, in Italia, queste professioni non sono regolamentate ossia lo Stato non indica i requisiti necessari per esercitarle. Non esistono normative di riferimento e nessun percorso formativo obbligatorio né tanto meno l'obbligo per il professionista di iscrizione a un qualche albo professionale. D’altronde in Italia, il percorso di regolamentazione di queste figure è fortemente osteggiato da alcuni ordini territoriali e associazioni di categoria.
Tuttavia alcune tra le principali associazioni italiane e internazionali hanno da tempo intrapreso percorsi di autoregolamentazione nei quali vengono ritenuti essenziali alla professione una formazione teorica e pratica adeguata e l’adempimento dei doveri fiscali e previdenziali.
Comunque nel pieno rispetto di ogni professionalità e della libertà di rivolgersi alla figura prescelta, si consiglia di chiedere sempre le dovute informazioni al professionista contattato, in merito alla sua formazione, all’eventuale numero d’iscrizione all’Albo, alle competenze e al tipo d’intervento proposto, nel rispetto della chiarezza deontologica e della tutela della propria salute.